Esercito dell'Unione Sovietica attivo, dopo lo scioglimento
della Confederazione nel 1991, in Russia. Creato nel 1918 da L. Trotzkij, si
proponeva di ricostituire l'unità territoriale del vecchio Impero
zarista, che si trovava a essere totalmente disgregato a causa dell'occupazione
tedesca e della guerra civile. Dopo aver favorito l'estensione del controllo del
Governo sovietico sui territori asiatici e meridionali, l'
A.r. venne
impiegata come forza di lavoro obbligatorio per la ricostruzione e lo sviluppo
del Paese; su proposta dello stesso Trotzkij si pensò di mantenere in
vita i reparti che non risultavano più necessari sul piano militare, per
utilizzarli invece nella ricostruzione, sotto la guida dei quadri
dell'
A.r. Nonostante il ruolo di scuola politica svolto dall'esercito
popolare durante la guerra civile, la proposta che Trotzkij fece di
militarizzare i sindacati e l'intero apparato della ricostruzione attraverso
grandi e disciplinati "eserciti operai" incontrò dure opposizioni e fu
respinta dallo stesso Lenin, nel 1921, e cioè ancor prima che venisse
annunciata la Nuova politica economica (NEP). Nel 1931, dopo che il generale M.
Tuchacevskij assunse la carica di commissario del popolo, venne varato un vasto
piano di ammodernamento dell'
A.r.; tale fatto contribuì
notevolmente a creare una potente struttura militare, capace di fronteggiare
l'attacco tedesco, avvenuto nel 1941. Presenti in numerosi Paesi alleati, le
forze dell'
A.r. raggiunsero i 5 milioni di unità e si dotarono
perfino di costosi arsenali che pesavano enormemente sul reddito nazionale
sovietico. Il bilancio dell'
A.r. venne tagliato in forte misura da M.
Gorbaciov e questo comportò il conseguente ritiro delle truppe sovietiche
dall'Afghanistan e dall'Europa (V. UNIONE SOVIETICA).